>> L'agenzia ANSA lancia il Premio Gaber


L'agenzia ANSA lancia il Premio Gaber
Un'Ansa Nazionale ha lanciato la notizia del GIORGIO GABER CAGLI FESTIVAL promosso dall'Istituzione Teatro Comunale di Cagli nell'ambito di Teatro Commission (progetto Regione Marche) e del premio per Tesi di Laurea, saggi e progetti multimediali.
I giornali che hanno ripreso la notizia: L'Espresso webLa Gazzetta del Sud-La Nuova Sardegna-Il giornale di Milano-Il Messaggero e il sito della Fondazione Giorgio Gaber
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Di seguito l'articolo della GAZZETTA del SUD:a firma di Marco Presti (mercoledì 21 novembre 2007)

L'altra sera allo "Strehler" di MilanoL'omaggio al signor G. tra denuncia e ironiaMILANOTra prosa e canzoni, tra denuncia e ironia, proprio come faceva il "signor G", gli amici e colleghi di una vita, e gli artisti che non l'hanno conosciuto ma lo sentono ugualmente vicino, lunedì sera al teatro Strehler hanno reso omaggio a Giorgio Gaber, nella serata finale della prima edizione della manifestazione milanese dedicata al creatore del teatro-canzone.A un'imbarazzata Rossana Casale il compito di fare gli onori di casa, «non come presentatrice, ma, come diceva Gaber in tv, come elemento di raccordo - ha detto l'artista dal palco - di questa serata in famiglia, dedicata a un amico della gente che ci ha sempre spronati a migliorarci». A Giorgio «che ci fa ancora ridere, commuovere e incazzare» la Casale ha dedicato una toccante interpretazione di "Se questo è un uomo", accompagnata dai musicisti che, per 20 anni, hanno accompagnato Gaber in tour e che, a loro volta, lo hanno ricordato con un brano, un inedito scritto per lui, intitolato semplicemente "A Giorgio".Accolto da un boato, Dario Fo, compagno di molte avventure, ha invece omaggiato l'amico con il monologo che lui preferiva tra i suoi, "La resurrezione di Lazzaro" tratta dal "Mistero buffo", ma soprattutto l'ha voluto ricordare come se fosse ancora vivo, come se avesse ancora, come lui, la possibilità di indignarsi e reagire alle brutture del presente: «Oggi, al Tg del pomeriggio - ha raccontato il Nobel - ho sentito che avevano rapito una bambina vicino a un supermercato, ne volevo sapere di più e ho aspettato l'edizione delle 20, da cui la notizia era praticamente sparita, perché nel frattempo la bambina era stata ritrovata e salvata». «La notizia vale solo quando è tragedia, angoscia, disperazione - ha notato il drammaturgo - allora ho pensato subito a Gaber e a quello che cantava in "Se fossi Dio": la paura, il terrore provocano una tensione per cui non si pensa più alle verità, alle ingiustizie vere della vita, così ci si dimentica che i morti sul lavoro sono più di quelli delle guerre in Medio Oriente, è tanto normale morire per un tozzo di pane che non se ne parla, ma se Giorgio fosse qui - ha concluso Fo, lasciando agli spettatori il compito di immaginarsela - ci avrebbe scritto una canzone».«Se c'è un errore che Gaber ha fatto - è intervenuto poi Sergio Escobar, direttore del Piccolo, l'ultimo teatro calcato dall'artista - è quello di dire che la sua generazione ha perso, perché è questa quella che sta perdendo, e ha ancora tanto bisogno di punti di riferimento come lui».Prova ne sono i toccanti omaggi di artisti poco più che trentenni, che Gaber l'hanno conosciuto più sui libri e nei cd che di persona, come Morgan e Giovanni Allevi: il primo ha illuminato la serata con una deliziosa interpretazione di "Non arrossire", mentre il secondo si è sbizzarrito in un inedito nato da una riflessione matematica intorno al nome dell'artista: a ogni lettera ha abbinato una nota, fino a creare una melodia all'incrocio tra impeto e dolcezza.In molti, da Flavio Oreglio a Gioele Dix ed Eugenio Finardi, hanno sottolineato l'attualità dei testi di Gaber: «Lui ha anticipato ciò che sarebbe successo - ha spiegato la moglie Ombretta Colli - infatti tanti giovani, oggi, fanno la tesi di laurea sulla sua opera». Tanto che il 9 febbraio, a Cagli (Pesaro-Urbino) si terrà il primo concorso nazionale di tesi di laurea sul "signor G", mentre il teatro Modena di Genova si prepara a un mese di spettacoli tutti legati al suo nome.A fronte della soddisfazione di vedere una memoria così presente, e una manifestazione così riuscita (5.000 spettatori e 20mila richieste per i vari appuntamenti), la compagna di una vita non ha nascosto «la mancanza di serenità con cui vivo l'assenza dell'uomo con cui ho passato 40 anni». Quasi altrettanti ne ha trascorsi Enzo Jannacci che, accompagnato dal figlio, ha dedicato all'amico di sempre "Le strade di notte" e "Vincenzina e la fabbrica" prima del gran finale con il video della canzone che, più di tutte, ha lasciato il segno: "La libertà".